lunedì 14 luglio 2008

Campolaspierto-Terminio-Rifugio degli Uccelli-Verteglia-Candraloni

I Picentini sono ancora una volta meta delle nostre escursioni e delle nostre giornate fotografiche. Quella di Domenica è stata più di un'escursione, una vera e propria "traversata" del Monte Terminio, dei suoi sentieri e dei suoi pianori alla ricerca di "sguardi" nuovi e di particolarità da scoprire. La giornata parte all'alba e alle 5.50 siamo già in auto verso Serino dal quale poi raggiungeremo con facilità il Piano d'Ischia e la località Campolaspierto. Da Campolaspierto parte la nostra avventura e sono sono le 7.30, c'è tempo per divertirsi e conoscere meglio questa montagna osservata tante volte da altri monti ma scalata solo l'estate scorsa e ormai abbastanza lontana dai nostri ricordi "confusi" dalle altre esperienze montane. Da Campolaspierto la strada è segnalata molto bene sia dal CAI che dalla Comunità Montana e attraversando un grande pianoro e tre faggi modellati dai venti entriamo subito nel bosco per affrontare una strada carraia sconnessa che si inerpica fino all'Acqua del Cerchio, una sorgente intermittente dove non è difficile osservare gli animali dissetarsi. La giornata non era delle migliori, il cielo era coperto e sembrava dovesse venire a piovere da un momento all'altro ma ovviamente abbiamo proseguito nella continua speranza che il sole pian piano si affacciasse e facesse capolino dal retro della vetta. All'acqua del cerchio si nota affascinante e "solitaria" la croce su uno degli speroni del Terminio e opposto alla croce invece il sentiero iniza a prendere una piega letteralmente più "escursionistica" attraversando un bosco di faggi in pendenza tra rocce, terra e polvere. La scalata non è difficoltosa ma si fa attenzione ad appoggiare bene i piedi sulle rocce dato che alcune erano state spostate (dall'uomo sicuramente) e oltrepassata la faggeta ci troviamo al Valico di Collelungo dove il vento spadroneggiava e noi ci fermiamo per consumare un panino e bere un sorso d'acqua. Da Collelungo di nuovo per i boschi e questa volta il sentiero inzia a diventare molto stretto e gli alberi si piegano su di esso creando una sorta di galleria naturale vegetale attraversabile stando chini e facendo attenzione alla testa. Il bosco nei pressi della cima è un luogo "mistico" e "spettrale" con centinaia di faggi "chini", "genuflessi" in eguale maniera, probabilmente piegati sotto il peso delle abbondanti nevicate invernali degli anni passati. Sembravano tanti uomini in preghiera, in penitenza, in attesa di un miracolo per rivivere e questo miracolo per loro si avvera in estate.
Finalmente raggiungiamo la vetta e nonostante le nuvole fossero tante la visibilità era perfetta, il mare era dietro l'angolo e spiccavano molto vistosi i Monti Mai, Pizzo San Michele, il Lieggio, il Partenio e in lontananza il Vesuvio. Gli abeti dalle pareti rocciose erano di un verde scuro primaverile, la natura era ancora vivissima e non secca come era prevedibile pensare, ma il tutto regnava ancora incontrastato come se il sole avesse solamente accarezzato quella vetta delegando il suo calore alle sole pianure. Ovviamente la temperatura è piacevolissima, un vento abbastanza forte ci accompagna e a quello spettacolo non possiamo far altro che sederci su alcune rocce e aspettare un po che la natura ci parlasse e ci consigliasse il da fare. Riposatici quindi per un po riprendiamo il cammino per tutto il versante e ci avviciniamo alla Croce dall'altra parte del costone per arrampicarci e "spiccare il volo" sul panorama sottostante. Riesco a scorgere Bagnoli Irpino e le montagne del Laceno ed è sempre emozionante vederle cosi vicino e pensare tutti giorni trascorsi nei loro boschi.
Ma la giornata almeno all'apparenza non sembra promettere nulla di buono e cosi zaino in spalle partiamo per raggiungere di nuovo il sentiero, ripassiamo per i "Faggi chini" e dopo circa 30 minuti siamo di nuovo a Collelungo. Al Valico le nuvole inziavano a diradarsi, il sole prendeva spazio e cosi invece di scendere per l'Acqua del Cerchio ci dirigiamo in direzione opposta per raggiungere il Rifugio degli Uccelli. Un sentiero molto ripido da percorrere in discesa, molto franoso e a dir il vero un po maltrattato dai lavori per la messa in sicurezza dello stesso. Ma non ci facciamo molto caso e continuiamo il nostro percorso decisi più che mai ad esplorare posti nuovi e cosi finalmente dopo un'altra mezz'ora ci troviamo in una piccola pianura immersa nei faggi. Un posto da favole, faggi grigi dalle forme slanciate e dalle chiome luminose, radici dalle forme più strane e simbiosi naturali da sogno. La mia attenzione si posa subito su due faggi uniti alla radice in una sola pianta e nella loro congiuntura una sorta di conca con l'acqua piovana...un vero paradiso. Siamo arrivati finalmetne al Rifugio degli Uccelli dove posiamo di nuovo le attrezzature e godiamo dello spettacolo di questa faggeta unica e dal valico di Collelungo dal basso. Passeremo molto tempo li, tra foto e chicchiere e solo dopo esserci rilassati abbastanza riprendiamo via per un altro sentiero che ci condurrà dopo circa 35 minuti di nuovo a Campolaspierto. Il sole ora è forte e fa caldo e cosi ci rechiamo dietro ai ristoranti per la visita,al fresco dei boschi , al Faggio Monumentale. Una pianta eccezionale, 25 metri di altezza e 6,2 di diametro, uno dei pochi alberi monumentali d'Italia, un patrimonio vegetale da tutelare e da valorizzare. Si rimane affascinati ad osservare quel faggio composto da dieci o dodici altri faggi nati insieme e fusi durante gli anni, durante i secoli... ogni ramo sembra un altro albero, davvero una visita necessaria per chi si ferma a Campolaspierto.
Dal Faggio ci spostiamo stavolta in auto verso il Piano d'Ischia e dal Piano d'Ischia al Piano di Verteglia dove prendendo una deviaizone e passando per il laghetto fermiamo l'auto nei pressi del Ristorante "La Bussola" e proseguiamo a piedi per un altro sentiero. Non si camminerà per molto tempo, un sentiero di circa un chilometro e mezzo costeggiando un fiumiciattolo e arrivando allo spettacolare inghiottitoio-grotta di Candraloni, dove l'acqua entra al suo interno e sbuca solo verso Montella al Varo dell'Orso della Scorzella.
Da Candraloni poi altra passeggiata al rifugio omonimo e altra sosta per gustare la natura che ci circondava prima delle definitva ritirata alle 17.00. Una giornata piena ed entusiasmante.

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