venerdì 23 maggio 2008

Emozioni al Raiamagra di Domenica 18 Maggio

Il video dell'Escursione di Domenica montato dal nostro utente Luigi Scapolatiello (Zerogradi).

martedì 20 maggio 2008

Domenica 18 Maggio: Verde Raiamagra

Finalmente la tanto attesa escursione con i "meno escursionisti" è arrivata! A dire il vero non me me lo aspettavo che lungo i 3,5 km che ci hanno condotto al Raiamagra si sarebbero rilevati grandi talenti "pronti ad altre avventure". Il gruppo non è grandissimo ma in 6 ci siamo divertiti a scalare il Monte Raiamagra salendo per prima dalla settevalli e poi tagliando su per le piste nere. L'appuntamento come al solito sul lago di buon ora alle 8.30 anche se io e l'amico Eduardo arriviamo alle 8.00 e prima di aspettare Luigi e Roberta (avevamo appuntamento alle 8.45) e Michela e Francesco (ore 9.15) ci siamo divertiti a fotografare particolarità nei pressi della riva del Lago, un'impresa ardua dato che quasi ogni piccolo angolo di questo posto meraviglioso sembra esser passato sotto la mia macchina fotografica.
La giornata non è delle migliori, il vento è forte e a maniche corte non si regge molto tempo, bisogna in continuazione indossare e togliere il maglioncino a seconda dell'intensità e del freddo. Il giorno prima ci informano sia stata una giornata da "paradiso", 28° e clima completamente estivo l'ideale per la giornata che avevamo architettato. Nonostante ciò però, il gruppo si compatta e verso le 9.30 si reca presso l'impianto di risalita a posare le auto. Due sesti del gruppo guardano con rimpianto le seggiovie e quasi "maledicono" la loro "guida" nel pensare a quel tratto di bosco che li aspetta, ma nonostante gli scoraggamenti la partenza avviene puntuale e subito si mette in evidenza la voglia di "emergere" di Luigi che con la sua maglia da super eroe delle montagne si appresata a conquistare la sua prima vetta. Dal piazzale a metà della prima salita ci segue un cane che poi farà perdere le sue tracce nel bosco, Eduardo è pimpante, Luigi è in preda ad un raptus fotografico e non riesce a far a meno di immortalare l'impresa mentre Francesco aspetta il momento adatto per sfoderare il suo gioiellino della tecnica. Michela dorme ancora, lo farà per tutta la giornata e Roberta è determinatissima a raggiungere il più in fretta possibile la vetta. All'intermedio facciamo una piccola sosta, il tempo di far cadere un Ringo offertomi da Michela e di indossare il maglioncino per poi ritornare sul sentiero. La seconda parte dall'intermedio alla vetta è quella leggermente più complicata per la pendenza. Non volendo più proseguire per la pista "settevalli" si taglia per le piste nere, la cima si nota già da lontano ma quei tratti ripidi per molti sembrano non finire mai. Saliamo regolari, qualcuno scatta, qualcuno si diverte e qualcuno si arrabbia, ma tutto questo fa parte del gioco. Un'altra mezz'ora di cammino e finalmente giungiamo a destinazione, ma purtroppo i piani saltano subito. Avevamo deciso di mangiare il nostro panino in vetta, seduti sul Costone del Raiamagra guardando il mare, ma il vento fortissimo e il freddo ci hanno impedito anche di avventurarci troppo verso le creste della montagna. Qualche foto al belvedere panoramico, una passeggiata al "viale alberato" fino a giugnere al rifugio canadese che molti avevano visto solo nelle mie fotografie invernali. Il verde del Raiamagra era carico ed elettrico, i fiori gialli spiccavano e rendevano il crinale caratteristico rispetto a tutte le altre stagioni. Il Raiamagra come montagna non presenta bellezze di particolare rilievo ma in alcuni periodi dell'anno come la primavera appunto e come l'autunno (l'inverno fa discorso a parte per la neve) è possibile scorgere (questo sulla cima perchè l'intera montagna è un cantiere per le piste da sci) delle tonalità di colori molto affascinanti. Per la prima volta, nonostante sia salito ben 13 volte al Raiamagra, ho notato il suo spettacolo primaverile e lo spettacolo dei monti circostanti completamente "vivi" e "gioiosi".
Dopo aver osservato per qualche minuti e impossibilitati dalle circostanze meteorologiche scendiamo in seggiovia al piano. Cerchiamo un posto dove poter mangiare in pace e lontani dal possibile caos di scampagnate fuori porta per molto tempo, finchè una volta trovato oltre a consumare i nostri panini ci deliziamo con un'ottima (almeno per me ma credo che i commenti siano stati unanimi) girella alla nutella.
Riposti gli zaini e buttata la spazzatura negli appositi cassonetti ci rechiamo nel piano per giocare un po a pallavolo, scomprendo un talento innato e incompreso di questo sport: Michela. Ma sarà meglio non infierire per non rompere l'armonia del gruppo (sarà difficile?? penso di si).
Il tempo è passato velocemente, giocare con persone "esperte" alla lunga stanca perchè ci si sente "inferiori" , quindi come ultima tappa ci aspetta la riva del lago e un meritato riposto seduti sull'erba guardando il panorama e scambiando le ultime chiacchiere della giornata.
La stanchezza prendeva il sopravvento, il sole cominciava a calare e cosi anche noi scendemmo verso la nostra piana del Sele (Luigi invece sotto il Monte Finestra), non senza prima dare l'ultimo sguardo ai monti dal tornantino dove è posta la statua della Vergine Maria.

mercoledì 14 maggio 2008

Il video dell'Escursione al Cervialto montato da Silvestro Volpe con le foto di Angelo Mattia Rocco e Adriano Garofalo

martedì 13 maggio 2008

Monte Cervialto: Non c'è due senza tre


Domenica 11 Maggio alcuni membri della nostra associazione (compreso me), hanno battezzato materialmente l'alleanza tra la nostra associazione e quella di "Saxetum-attorno a Montella", con la prima escursione comune effettuata in territorio "nautro" tra Calabritto e Bagnoli Irpino sul Monte Cervialto. Per me è stata la terza esperienza su questa cara Cima e dopo la caratteristica escursione a Febbraio con tantissima neve, questa sicuramente è stata la più entusiasmante e divertente. L'appuntamento come da rituale (un rituale che va avanti da anni per tutte le gite sull'altopiano e dintorni) e nei pressi della "Sorgente Tronola", dove alle 8.30 ci attendevano Silvestro, Claudio e Adriano di Saxetum. La spedizione di Girogustandocampania composta dal sottoscritto, da Walter ed Eduardo con sveglia alle 6.00 e partenza alle ore 7.00 da Bellizzi arriva puntuale all'appuntamento. Subito i due gruppi si sono identificati nonostante nessuno si conoscesse di persona ed è stato un bel momento di aggregazione, con annesso caffè e cornetto per iniziare bene la giornata.
Dopo la pausa colazione, ci addentriamo tra gli altopiani alla volta del Colle del Leone, dove una volta posate le auto e scattata la foto di rito, inzia la nostra avventura verso il "dilettoso monte". Silvestro purtroppo non partecipa all'escursione ma sicuramente non mancheranno altre occasioni per "camminare" insieme e dopo esserci slutati e dati appuntamento alla prossima mettiamo piede all'interno della faggeta. Partenza quota 1227, camminando su una mulattiera semi-battuta, tra il verde dei faggi in primavera e l'ocra delle foglie "reduci" dal riposo invernale sotto la coltre bianca. Subito il gruppo inzia a discutere, si crea occasione cosi di scambio culturale su tradizioni locali e località da visitare e ogni tanto si ironizza anche sull'eventualità di imbattersi nell'Orso avvistato a Caggiano, il quale a detta di molti sarebbe passato per queste faggete. Purtroppo il primo tratto di questo sentiero è caratterizzato da una vegetazione ancora giovani, probabilmente rimboschimento e cosi notiamo ancora una volta la mano dell'uomo a devastare un ambiente incontaminato da difendere e da valorizzare. Il primo punto di riferimento da raggiungere è un tratto aperto del sentiero dal quale è possibile osservare il Piano l'Acernese, il Raiamagra e l'Accellica e infatti, arrivati alla prima meta ci soffermiamo per qualche minuto a fotografare, notando anche il Piscacco in lontananza. L'intraprendenza di Claudio e Adriano si nota subito con una scalata fuori pista sulla collinetta per giungere ad una visuale migliore. Abbastanza ripido il tratto, un po scivoloso ma il tutto viene ripagato dalla vista del mare sul quale era visibilissima una nave. Riscendiamo e riprendiamo il sentiero, Walter è in piena forma, Eduardo alla sua prima escursione nell' alta Irpinia è soddisfattissimo come del resto gli amici di Saxetum, estranei ancora al Cervialto ma veri e propri indomiti combattenti del Monte Accellica o Celeca (al proposito mi farebbe molto piacere pubblicare un giorno la loro avventura su questo blog).
Prima di arrivare al cosiddetto "intermedio" ossia il Valico di Filicecchio a quota 1534, una sosta ricreativa per bere e per consentire a Walter di immortalare qualche scorcio di Faggeta (eh, si il nostro Walter è il "Re delle Faggete") e poi di nuovo "sui pedali" verso Filicecchio. Da Filicecchio in poi la vegetazione la fa da padrona a tutti gli effetti, gli alberi inziano a "invecchiare" e si nota la loro possenza e la loro altezza. Il passaggio più affascinante è all'interno della penultima faggeta, sicuramente la più caratteristica con piante enormi e cespugli ai lati del sentiero completamente tappezzato di foglie cadute negli autunni scorsi. Altri pochi passi, due tornantini ed un rettilineo e giugniamo al punto che amo di più, le Creste del Cervialto. Con una deviazione in leggerissima "scalata" il sentiero punta dritto sulle Creste e da quota 1670 con due rampe intervallate da un falsopiano sempre di cresta si giunge alla vetta dell'amato Monte. Dalle creste, abbastanza pendenti, lo sguardo inizia a spaziare su tutti i monti Irpini e non solo. Scorgiamo con chiarezza anche gli Alburni, il Cervati, il Monte Finestra e i Monti Lattari e con Claudio e Adriano definiamo anche con esattezza Saxetum, Serrapullo e le altre montagne prettamente montellesi. Da ora in poi quindi avrò sempre la consapevolezza completa di tutte le cime, anche di quelle che mi lasciavano ancora perplesso.
Su in vetta il vento era molto forte, decidiamo di mettere maglioni e giubbini, walter in maniche corte sfoggia una tuta wind-stopper ed un cappuccio di pile caldo, mentre Eduardo sembra l'unico a non soffrire, anche se alla fine incitato da noi decide di coprirsi. Dalla vetta, dalla stazione idrometereologica si nota la famosa e ormai "venerata" Conca dall'aspetto vulcanico, caratterizzata da chiazze di neve sparse e dal suo fondo colorato di un verde forte e carico. Dopo aver mangiato e bevuto di nuovo, scendiamo nel pianoro per raggiungere l'anticima, Walter preferisce raggiungerci sul sentiero di cresta e arrivati al punto trigonometrico dell'IGM dove è posto il libro di vetta, scriviamo la nostra esperienza mattutina e firmiamo la nostra presenza. Dall'anticima ci dirigiamo camminando per un po sulle creste che puntano in discesa verso il Piano Migliato, si apre dinanzi a noi la vista del Monte Calvello con tutta la vallata verso Lioni verde e i rossi boschi sulla pendice ancora pieni di neve. Vorremmo continuare ancora su quella strada ma alcune virghe piovose sull'Accellica alle nostre spalle ci convincono che è meglio tornare indietro. Raggiunto di nuovo il punto trigonometrico, nuova foto di gruppo e via verso il Colle del Leone.
La discesa come sempre risulta leggermente più triste, la montagna ti lascia grandi emozioni e fai fatica ad abbandonarla ed una volta nel sentiero per non pensare alla mattina e alla fatica si fa di tutto per raggiunger presto la meta, nonostante alcuni del gruppo "fantasticavano" ancora sull'impresa.
Un'esperienza davvero positiva, un'alleanza con i ragazzi di Montella che con questa avventura si rafforza è da vita ad una collaborazione che spero sia lunga e produttiva.

domenica 4 maggio 2008

Monti Alburni

Vi proponiamo il montaggio video dell'escursione al Monte Panormo realizzato dall'amico Silvestro Volpe (Silvestro1958) utente del nostro forum e del forum amico SAXETUM

giovedì 1 maggio 2008

Giornata fotografica a Lago Laceno...maltempo e "didattica"

Il 25 Aprile è stata una giornata di sole stupenda, l'ideale per fare fotografie, purtroppo nessuno del gruppo era a disposizione e cosi io e Walter decidiamo di puntare tutto su Domenica 27, un'intera giornata fotografica al lago Laceno. La mattina del 27 però già si capiva che non sarebbe stata una giornata ideale...il tempo era poco nuovoloso sulla piana, ma i monti alle nostre spalle erano avvolti da una cappa di nuovole grige. La voglia di salire lo stesso al piano laceno è superiore al desiderio di evitare un buco nell'acqua (fotograficamente parlando) e cosi, se pur con un po di dispicere per il tempo, saliamo per la mitica SS 164. Alle croci le prime nebbie ci avvertono e quasi sembra vogliano scoraggiarci a salire ma ormai il gioco è fatto... siamo arrivati sul piano. Un vento freddo "primaverile" ci gela subito le mani, qualche goccia di pioggia cade sugli obiettivi delle macchine fotografiche... il primo assalto è fallito, decidiamo di fermarci cosi un attimo al bar all'uscita di "via sorgente della Tronola". Un cornetto, un caffè e di nuovo in auto in giro per il circuito e per un attimo lo lasciamo anche salendo verso Lioni e raggiungendo a piedi un dosso naturale alle pendici del Cervarolo. Dalla collinetta l'altopiano ci appariva di un verde scurissimo, si notava tantissimo quant'era impregnato d'acqua, ma nello stesso tempo rimaniamo contenti al notare la grandezza del lago che a differenza dei periodi precedenti raggiunge più punti del piano. Scendiamo, ritorniamo sul circuito e posiamo la macchina prima dell'hostel abbandonato...ci avviciniamo alle sponde fangose e procediamo fino alle transenne dove alcuni pescatori si divertivano nel prendere trote e carpe. Il lago era molto accresciuto, arrivava fin sotto l'area pic nic Erica e notiamo anche la struttura messa a punto per alimentarlo e cosi evitare il suo prosciugarsi. Un canale che parte con tutta probabilità dalla Sorgente della Tronola (colei che prima del terremoto alimentava il lago) è collegato direttamente alla conca e convoglia l'acqua piovana, quella dello scioglimento delle nevi e quella della sorgente direttamente nel lago.
Il tempo continua a peggiorare, ritorna a piovere, giusto il tempo di addentrarci in un boschetto sull'altopiano per scorgere un rifugio della forestale che torniamo di corse all'auto. Riflettiamo per qualche istante se sia il caso di aspettare il pomeriggio o rassegnarsi... una nuvola si sfrangia esce un raggio di sole, ma subito dopo ne arrivano altre e il cielo si incupisce di nuovo.
Scendiamo con tanta tristezza...