La giornata non è delle migliori, il vento è forte e a maniche corte non si regge molto tempo, bisogna in continuazione indossare e togliere il maglioncino a seconda dell'intensità e del freddo. Il giorno prima ci informano sia stata una giornata da "paradiso", 28° e clima completamente estivo l'ideale per la giornata che avevamo architettato. Nonostante ciò però, il gruppo si compatta e verso le 9.30 si reca presso l'impianto di risalita a posare le auto. Due sesti del gruppo guardano con rimpianto le seggiovie e quasi "maledicono" la loro "guida" nel pensare a quel tratto di bosco che li aspetta, ma nonostante gli scoraggamenti la partenza avviene puntuale e subito si mette in evidenza la voglia di "emergere" di Luigi che con la sua maglia da super eroe delle montagne si appresata a conquistare la sua prima vetta. Dal piazzale a metà della prima salita ci segue un cane che poi farà perdere le sue tracce nel bosco, Eduardo è pimpante, Luigi è in preda ad un raptus fotografico e non riesce a far a meno di immortalare l'impresa mentre Francesco aspetta il momento adatto per sfoderare il suo gioiellino della tecnica. Michela dorme ancora, lo farà per tutta la giornata e Roberta è determinatissima a raggiungere il più in fretta possibile la vetta. All'intermedio facciamo una piccola sosta, il tempo di far cadere un Ringo offertomi da Michela e di indossare il maglioncino per poi ritornare sul sentiero. La seconda parte dall'intermedio alla vetta è quella leggermente più complicata per la pendenza. Non volendo più proseguire per la pista "settevalli" si taglia per le piste nere, la cima si nota già da lontano ma quei tratti ripidi per molti sembrano non finire mai. Saliamo regolari, qualcuno scatta, qualcuno si diverte e qualcuno si arrabbia, ma tutto questo fa parte del gioco. Un'altra mezz'ora di cammino e finalmente giungiamo a destinazione, ma purtroppo i piani saltano subito. Avevamo deciso di mangiare il nostro panino in vetta, seduti sul Costone del Raiamagra guardando il mare, ma il vento fortissimo e il freddo ci hanno impedito anche di avventurarci troppo verso le creste della montagna. Qualche foto al belvedere panoramico, una passeggiata al "viale alberato" fino a giugnere al rifugio canadese che molti avevano visto solo nelle mie fotografie invernali. Il verde del Raiamagra era carico ed elettrico, i fiori gialli spiccavano e rendevano il crinale caratteristico rispetto a tutte le altre stagioni. Il Raiamagra come montagna non presenta bellezze

Dopo aver osservato per qualche minuti e impossibilitati dalle circostanze meteorologiche scendiamo in seggiovia al piano. Cerchiamo un posto dove poter mangiare in pace e lontani dal possibile caos di scampagnate fuori porta per molto tempo, finchè una volta trovato oltre a consumare i nostri panini ci deliziamo con un'ottima (almeno per me ma credo che i commenti siano stati unanimi) girella alla nutella.
Riposti gli zaini e buttata la spazzatura negli appositi cassonetti ci rechiamo nel piano per giocare un po a pallavolo, scomprendo un talento innato e incompreso di questo sport: Michela. Ma sarà meglio non infierire per non rompere l'armonia del gruppo (sarà difficile?? penso di si).
Il tempo è passato velocemente, giocare con persone "esperte" alla lunga stanca perchè ci si sente "inferiori" , quindi come ultima tappa ci aspetta la riva del lago e un meritato riposto seduti sull'erba guardando il panorama e scambiando le ultime chiacchiere della giornata.
La stanchezza prendeva il sopravvento, il sole cominciava a calare e cosi anche noi scendemmo verso la nostra piana del Sele (Luigi invece sotto il Monte Finestra), non senza prima dare l'ultimo sguardo ai monti dal tornantino dove è posta la statua della Vergine Maria.
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