lunedì 26 gennaio 2009

Il Walzer della nevicata

All'alba della Domenica il rumore della pioggia nelle pianure lasciava intuire che "dietro i cari monti" la neve stava cadendo placida e compatta e che di li a poco il passo compatto delle ciaspole sarebbe stata la colonna sonora per eccellenza lungo i sentieri piacevoli dei monti Picentini. Dal retro delle colline la situazione non era delineata, si pensava a nevicate a bassa quota, già assaporavo il gusto di una valle del Calore innevata ed invece da Atripalda a Bagnoli lo scenario era tristemente umido e "caldo". Il Piscacca marrone, le montagne intorno incappucciate alle estremità e l'arrivo al laceno con neve mista a pioggia, la quale diventava sempre superiore alla "dama bianca". Delusione iniziale all'osservare la distesa d'acqua sorvolata dalle nebbie, come uno spettrale e surreale "gioco autunnale", dominato dal silenzio della natura e spezzato di tanto in tanto dal volo di qualche corvo. Il Cervialto sommerso dalle nubi e il Cervarolo leggermente scoperto che tralasciava sulle sue "gobbe" un filo di neve appena visibile. Verso il Colle del Leone però sembrava entrare in un'altra dimensione, il piano l'acernese leggermente imbiancato e la strada resa scivolosa da neve granulare, finchè al parcheggio ancora una volta la pioggia spezza gli entusiasmi. L'acqua cadeva con disperazione dalle chiome spoglie degli alberi e delle gocce pesanti e "lunghe" "trafiggevano" vestiti e zaino; era giunta l'ora di indossare mantellina e cappuccio e prendere con decisione la strada della "salita", convinti e speranzosi di incontrare i fiocchi tanto desiderati. All'imbocco della carraia la neve cominciava a "piangere", stravolta dall'insolita temperatura e da quell'imprevedibile risveglio della stagione precedente che ormai dura da oltre tre mesi. I faggi seppur abituati , seppur abitanti di un mondo che li appartiene, apparivano esausti e "depressi", vittime anche loro delle stranezze e delle bizzarrie di un tempo "ingannevole". Intanto la pioggia aumentava d'intensità, la colonna proseguiva mogia evitando le pozzanghere e sporcandosi di fango, finchè ad un tratto il passaggio repentino alla prima nevicata. L'emozione del ballo della neve ancor una volta riscalda il cuore, i "cristalli" solitari ma nello stesso tempo "compagni" di avventura che cadono placidissimi e lenti sulle nostre "persone", quel "disgregarsi" sui giubbini e quel posarsi sulle piante, sulle rocce e sulla terra. La neve si conciliava con lo spirito della compagnia e più cresceva e aumentava più l'essenza dell'escursione prendeva senso e vita. Alla prima deviazione la danza del tempo diviene prepotente e le precipitazioni bianche cominciano ad attecchire ovunque, si vedono fiocchi grandi e per alcuni istanti pare di vedere una "muraglia" di puntini bianchi, quasi uniti, cadere verso il basso. In alto il cielo prendeva quella sua sembianza lattiginosa, il colore esatto dell'inverno che si impossessa della sua natura e nello stesso istante la vegetazione diveniva "grigia", trasformata dalle basse temperature e dal ghiaccio che ne modellava ogni singola foglia. Il libeccio fresco aveva "costruito" forme meravigliose e ricamato trame mozzafiato con "fili di legno" e "aghi di ghiaccio", un tessuto uniforme e vario che accompagna il ciaspolatore all'interno di gallerie alberate che si piegano al nostro passaggio.
Prima di Filicecchio il manto nevoso superava già i 40 cm e pia piano cresceva, mentre la neve cessando lasciava spazio ad un altro tipo di precipitazione, granulosa, piccola e ghiacciata; la nebbia congelava e precipitava rimbalzando sulle nostre attrezzature. La "musica" cambia e con lei i "passi" della neve, agile danzatrice sulle "piste" dell'appennino. Intanto la "faggeta grande" immobile al passaggio sembrava rispettosa di un gruppo unito ed entusiasmato dal suo "padrone" che li stava ospitando e cosi, dopo altri passi più pesanti raggiungiamo lo scoperto affacciandoci allo "scivolo" delle creste. Di nuovo la neve prende la sua forma originale, forse ancor più fitta e armoniosa. L'estremità delle "coste" era invisibile eppure ci avventuriamo lungo quel crinale pendente e faticoso, le ciaspole fanno ottima presa sui versanti ghiacciatissimi e insidiosi mentre attorno tutto si colorava di bianco e la "cara dama" a questa quota cominciava a non distinguere più i monti dalle persone, impossessandosene con il suo candore.
La vetta della prima escursione importante, la vetta dei miei record è ancora una volta conquistata. Ma il tempo inclemente e la nebbia fitta ancora una volta ci costringono a far presto ritorno, facendoci accontentare con le ultime nevicate fin verso i 1400 metri, dove purtroppo la pioggia riprendeva il possesso delle "cose" e ci conduceva soddisfatti ma malinconici al punto di partenza.
Avventura di nuovo diversa, singolare, affascinante, accattivante e piena di momenti di gioia con 16 ciaspolatori del CAI di Salerno, una compagnia divertente, affiatata e armoniosa che nel finale vogliosa ancora di montagna si è rilassata al Laceno, al caldo di un caminetto e alla tranquillità di un tavolo e di una chiacchierata.

1 commento:

Anonimo ha detto...

youtube channel for slots - YouTube - Videoodl.cc
youtube channel for slots - YouTube - Videosl.cc. 4k youtube to mp3 youtube channel for slots - YouTube - Videoodl.CC. youtube channel for slots - YouTube - Videosl.cc.