martedì 24 giugno 2008

Rifugio Panormo-Auso-Antece-Ausoneto

Una Domenica che al Sabato risultava essere di riposo e di preparazione all'esame universitario del Lunedi si è trasformata in un momento unico dai mille risvolti fotografici e non solo.
La mattina mi sveglio di buon ora e affacciandomi alla finestra mi accorgo di una giornata tersa, limpida con un cielo cosi azzurro e pulito da non poter far finta di niente. Una giornata cosi non capita spesso e cosi mi preparo e scendo alla volta di non so quale meta nei Picentini. Fortuna volle però che verso le 6.30 il "collega" Walter che si era organizzato per se mi chiama per vedere se avessi infranto l'ordine di riposo, ed infatti mi trova sveglio e già in auto ma ancora nel mio paese. Il tempo di una chiacchiera veloce e poso di nuovo l'auto aggregandomi e ignaro della meta che avrei conosciuto di li a poco. Strano ma vero, si ritorna a distanza di una settimana al Rifugio Panormo per immortalare alcuni coni di luce tra le fitte faggete che Walter aveva osservato la settimana prima. Lungo l'autostrada e sopratutto sulle strade interne tra Castelcivita e Ottati però ci rendiamo subito conto che la luce ci avrebbe permesso di fare ben altre foto e sulla strada verso il Rifugio un azzurro fortissimo e "fresco" ci lascia allibiti e ci fa prendere coscienza della necessità di dover conservare nella memoria e documentare con foto la bellezza di questo spettacolo offertoci dalla natura. Un anticiclone delle Azzorre forte, l'umidità rilegata e spinta nel basso delle pianure marine e cosi in altura secchezza e lucentezza tali da rendere monti, alberi, piante e quant'altro contornati da un cielo mozzafiato. Sui pianori del rifugio posiamo l'auto esattamente dove la lasciammo una settimana prima e a piedi giriamo la vallata per cercare nuvoi spunti fotografici e camminando camminando, sopratutto tra i Cerri e i Lecci, incontriamo doline e pianure carsiche interessanti rese ancor più affascinanti dalla luce che oltre a rendere il verde forte e intenso, colorava il rosso della terra e il bianco delle rocce. Dalle prime doline ci trasferiamo a quelle inziali dove uno spettacolare melo in fiore in un avvallemento regnava incontrastato e modellato dai venti d'altura durante gli anni. Domenica era tutto perfetto e con quei colori anche la piccola lingua d'asfalto che si inerpica tra le pianure era fotograficamente perfetta.
Dopo aver passato diverso tempo a scattare e sopratutto a riflettere su questi scatti stando attenti ad impostazioni e usando quasi sempre il cavalletto per non fare sbavature deidiamo di portarci al Rifugio dove mangiamo un panino con prosciutto e formaggio paesano e beviamo un sorso di coca cola riposandoci al fresco dei Faggio vicini all'inghiottitoio sulle panchine di fronte al Casone. Una breve sosta allora e via alla volta dei Pozzi Farina per gli ultimi momenti sul pianoro a 1300 m. Erano le 11.30 il cielo ancora perfetto e cosi vedendo una foto nel rifugio e presi dalla voglia di conoscere quel posto, dopo aver chiesto informazioni ci rechiamo a Sant'Angelo a Fasanella. Da Sant'Angelo arrivati in piazza percorriamo altri 500 m fino ad una deviazione che conduceva alle Cascate del Fiume Auso oltre che al Ponte Romano e ai Ruderi Fasanella. Dalla deviazione altri 4 km abbondanti di strada finchè entriamo nel parchetto del Ponte Romano che attraverseremo a piedi fino alle piccole "botti" create dalle cascatelle dell'Auso. Lo spettacolo maggiore però lo avremo solo dopo quando resici conto di una nuova stradina ci imbattiamo nella cascata più grande, affascinante e "prepotente" nel suo getto d'acqua. Purtroppo però l'umidità vicino a quelle cascate era tantissima, il sole batteva a mezzo giorno e scottava tantissimo, il fisico non reggeva molto questa situazione e di conseguenza ritorniamo nel parchetto sotto degli alberi "buttandoci" letteralmente sotto il getto della Fontana Auso. Il tempo di riposarsi qualche minuti e di prendere "fiato" che siamo già in macchina pronti per il ritorno a casa, ma arrivati alla deviazione inziale leggiamo su un cartello "Antece" e presi dall'entusiasmo e dalla voglia di non buttare le possibilità offerteci da questa Domenica prendiamo questa strada di montagna. La via è lunga e inerpicata, risaliamo ai 1000 m e a costa Palomba posiamo di nuovo l'auto, questa volta però alle prese con un sentiero tra Faggi, Meli e Peri selvatici che in quindici minuti circa ci conducono alla sommità di Costa Palomba a 1240 msm dove spunta sulle rocce la scultura rupestre di Antece. Antece (colui che precede) è un guerriero datato 2000 a.c. scolpito in una roccia su questo pizzo al di sopra di una vasca sacrificale. Il sentiero per arrivarci è molto semplice nel tratto iniziale ma ababstanza difficile nell'ultimo tratto dove piante alte e fitte fanno perdere i segni del sentiero e disturbano il passaggio. All'Antece purtroppo però non si può sostare molto per la sua posizione, quindi si riscende all'auto e invece di tornare a Sant'Angelo proseguiamo in salita dove incontriamo prima la deviaizone per il Santuario della Madonna delle Grazie, poi il sentiero per la Grotta di Fra Gentile in località Fontana della Madonna ed infine al Rifugio Ausoneto o Sant'Angelo. La strada porseguendo si sarebbe congiunta all'osservatorio astronomico del Casone Aresta ma in quel punto ci andremo una prossima volta per non "consumare" tutto in una sola uscita e sopratutto per organizzarne un'altra con tutta la compagnia che purtroppo non è stata presente a questa improvvista.
La discesa verso Sant'Angelo continua ad essere interessante fotograficamente sopratutto nei punti dove le ginestre coprivano letteralmente i bordi della strada, ma a questo punto ci fermiamo poco e l'ultima sosta sarà sulla strada Serre-Controne dove tra gli uliveti svettavano imponenti e "terrificanti" le vette degli amati Monti Alburni.

REPORTAGE FOTOGRAFICO COMPLETO

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu