giovedì 9 ottobre 2008

Prima domenica di Ottobre: Monte Tobenna 850 msm e Terravecchia

Il riposo dell'escursionista, la Domenica che non ti aspetti, quel giorno che vorresti passare rilassandoti e pensando di vagare solo in auto per visitare qualche paesino o magari solo per scattare qualche foto. Il primo freddo Ottobrino era arrivato, a Bellizzi appena 9° svegliavano la piana del Sele e la strada era libera e piacevole. Vedo i Monti, i Picentini sono ben delineati e ormai il Cervialto, nonostante sia un monte a me caro, è da considerarsi "completato" e cosi preso da una strana voglia di "mare" prendo direzione verso poggi che mi portino alla visione del golfo. La direzione è verso Pontecagnano dove saliti in direzione di San Mango e oltrepassato il centro abitato di San Cipriano , mi trovo a Castiglione del Genovesi dove senza entrare nel paesino ma prendendo una deviazione sulla destra che conduce ad una impervia salita prendo via per il Santuario del Monte Tobenna. Le foglie iniziano a cadere, la strada è leggermente bagnata, le castagne saltano sotto le gomme dell'auto e finalmente il panorama si apre e noi posiamo la macchina nei pressi della vecchia chiesetta. Notando le sue creste frastagliate, quella sua composizione quasi a cinta muraria il pensiero è subito rivolto a quel poggio alto che domani il golfo, tanto che in men che non si dica, da una semplice passeggiata ne esce una piccola ma significativa escursione. La brina si è accomulata sulle rocce, sembra quasi neve, ma al tatto si capisce la sua consistenza, gli steli dal "calcare" si alzano come a volersi mettere sull'attenti e smuovono la "testa" a destra e sinistra , mentre i nostri passi avanzano su "scalini" che man mano aumentano di grandezza. Il sole è frontale, i suoi raggi ci "accecano", la strada non è segnata ma la vista ci indica il percorso. Sprogendoci su di un lato inziamo a "respirare" il panorama verso Palinuro anche se la luce ci impedisce di guardare oltre.
Pian piano però il sole "tramonta" dietro le rupi e siamo noi a decidere questo calare, camminando verso Nord in direzione del Monte Monna che liscio come una lama sembrava dialogare con Pizzo San Michele. Oltre tutto, e oltre tutti i Monti , la Cima del Terminio ci regala il dono della Dama Bianca, la neve ha coperto le sue rocce più alta e siamo solo al quattro Ottobre.
I passi si accorciano, il fiatone si fa sentire, non attrezzati e sfiorati dal vento freddo finalmente raggiungiamo il "Poggio". Da sopra il panorama è mozzafiato, il mare sembra a portata di mano, Salerno commuove lo spettatore inerme che capisce di esser nato in un posto unico, dove il mare, i monti ed il cielo si fondono e si ha una scelta ampia difficile da trovare altrove.
Ma il panorama non è l'unica caratteristica, ed infatti camminando su quella "pianura di cresta" giungiamo nei pressi di un castagno solitario , verde, che al suo "cospetto" aveva una radura formata da felci e da un'insolito "cunicolo" di vegetazione dove vi era un tappeto di ricci.
Sopra è tutto abbastanza secco, la vegetazione si nota sui monti vicini e Castiglione spunta "indifeso" tra le "terre".
La nostra permanenza non è lunga, il tempo di qualche foto e via verso la chiesetta, ma prima un po di semi arrampicata per scendere in tratti diversi da quelli della salita, affrontando dei salti di roccia che mi procurano anche una leggera slogatura.
Il ritorno verso i Picentini è legato al ricordo di quel mare che si godeva nella sua interezza da un Monte per giunta non tanto alto e prima di ritornare a casa, per il gusto di esplorare e di non perdere neanche un minuto prezioso di questa uscita, visita a Terravecchia tra i suoi vicoli, le sue piazzette e i suoi splendidi palazzi antichi.

Nessun commento: