mercoledì 8 ottobre 2008

Bellizzi-Piano del Gaudo-Laceno-Bagnoli Irpino-Acerno-Bellizzi in moto

La mattinata era iniziata con i migliori propositi, il sole splendeva alto nel cielo azzurro e da contorno solo qualche nuvoletta che faceva da coreografia. L'ideale, pensavo, per intraprendere un giro da "spettatore" in moto con l'amico Francesco. Il tempo passa, ascolto un po di musica e arriva l'ora di pranzo... il cielo si fa più scuro, mi affaccio alla finestra ma c'è un pallido sole che viene coperto da una piccola nuvoletta mentre le montagne sono limpide alle spalle della città. Mangio, ascolto un po di musica e alle 15 decido di prepararmi per scendere... un jeans, calzini media altezza, canottiera, maglietta, maglione, giubbino pesante e guanti nella tasca del giubbino.... chi sa!
Alle 16 arriva Francesco, il cielo intanto non era per niente limpido ma le montagne lo erano ancora... partiamo alla volta di Montecorvino dove per i primi tratti sbilancio un po il "pilota" ma poi capisco i meccanismi e seguo traiettorie e movimenti per armonizzare con la guida. Le mani sono calde, la faccia anche, la visiera del casco dinanzi al volto e le gambe rilassate. Superiamo Montecorvino Rovella quando alla Madonna dell'Eterno un po di freddo si sente nelle mani e un altro brivido sale quando la moto prende velocità per un rettilineo facendomi "squagliare" per un secondo, ma subito riprendo colorito e concentrazione. Il mare su un lato e il Raione dall'altro, tra una chiacchiera e l'altra sul modo di guidare l'auto e Michela che soffre le curve arriviamo nel fitto del bosco dove inizio ad indossare i guanti.
Non avevo eccessivamente freddo ma le mani si erano leggermente atrofizzate e forse il casco non della mia misura mi comprimeva le vene del cervello facendo diventare più fredda la mia mente che faceva da contrasto al corpo. In località Camporotondo faccio appello all'attenzione per passaggio di "maiali e cinghialetti" quotidiano e poi tra curve e contro curve si arriva sul rettilineo del primo scollinamento dove per un duecento metri perdo lucidità vedendomi la strada scorrere troppo veloce.
Pazienza! La velocità si ristabilisce subito dopo in curva... e dopo aver superato N'dramaciume e qualche altra salita finalmente siamo ad Acerno dove decidiamo (io) di salire verso il Piano del Gaudo! (scelta infame). La strada all'inizio sembra rotta, ma poi alla Madonna delle Grazie si aggiusta un po ed io ancora in me "buffoneggio" indicando monti e nomi e segnalando sentieri .... alla vostra destra il Polveracchio, alla sinistra il Ponte Pinzarrino, alla destra...ecc ecc... finchè quando Francesco voleva assentarsi dalle chiacchiere scattava di colpo e mi faceva ammutolire per qualche istante...poca roba! Passando per eccezionali castagneti ancora verdi e ripidi pendii, attraversando un boschetto fitto e scuro giungiamo sui Pianori del Gaudo dove alcuni cavalli ci danno il benvenuto mente i jeans iniziavano a indurire le maglie e le trame. In quel momento ho iniziato a temere essendo arrivati sui 1100 m e avendo coscienza che a quell'altezza saremmo restati per molto ancora. Superiamo i piani del Gaudo dove racconto i fatti storici della Pasquetta 2005 (con gli amici di Acerno alla Caserma) con sommo interesse di chi guidava e arriviamo in un tratto dove finalmente si scende sotto i 30 orari (sollievo!!) per via di alcune buche. Ma "purtroppo" torna l'asfalto, anzi l'asfalto nuovo e riprendono alcuni allunghi per farmi "tacere" o per tastare le ruote nuove... mah! Anche se quei picchi di velocità non erano male, sarò sincero. Nello stesso istante mi rendo conto che avevo i guanti e che sotto i guanti però non avevo le mani, o meglio iniziavo a tastarmi la faccia non per sentire il volto ma per sentire i miei arti superiori (toccando più volte la visiera del casco che mi sembrava trasparente) e mi rendevo conto che mi mancava una parte di corpo...allorchè ho iniziato a temere e ho cercato di mantenermi con i soli piedi, ma mentre li cerco di muovere mi sovviene che li avrò dimenticati a casa perchè anch'essi sono inesistenti e le gambe ormai degne di un Bronzo di Riace tanto ferme e statiche... i jeans cominciavano a cacciare le stalattiti e sembravano quei merluzzi surgelati messi nei supermercati. In quell'istante ero un vegetale, solo la parte del corpo riparata da Francesco era viva e l'unica cosa che muovevo era la lingua che dal profondo del corpo era animata da non so cosa...e non lo sapremo mai dato che come ragionavamo : smetterò di parlare solo quando fra 1000 anni... lasciamo sta!
Dal Piano Migliato ormai in assenza di sangue liquido in diverse parti del corpo, penso al Dottor Alvino Jr. e ai suoi teli termici e all'improvviso le labbra perdono consistenza e il naso mi sembra cuocere! Il Cervialto sembra vicino ma mancano ancora 5 km al Colle del Leone e al Piano L'Acernese le uniche funzioni organiche riguardavano il cuore e la lingua, il cervello ormai era staccato da un bel pezzo... inizio anche a tremare... lunga volata finale dal Ristorante La Lucciola e finalmente fermiamo quell' "arnese infernale" e appena scavalco (con l'uso del mento ancora abbastanza funzionale) la moto sto quasi per cadere perchè oltre alle gambe il jeans si era atrofizzato ed era rimasto cosi come mi ero seduto... ma lo scatto a scendere spacca quel po di ghiaccio formatosi e mi permette di restare nel baricentro impedi... Francesco mi trasporta in braccio nel bar dove tento di riprendere calore...E PENSARE CHE AVEVAMO DECISO DI PRENDERE UNA COSA FRESCA!!! Decido di passare al Cappuccino, intanto la bocca e la faccia sono viola e le mani tremano a mo di morbo di Parkinson... Francesco prende un gelato e mentre lo vedo con la mano nel frigorifero vengo trafitto da un dolore atroce... MAMMA MIA! COMM SI FA! Arriva il cappuccino ed è un momento tragico... le mani mi tremano cosi tanto che non riesco a tenere la tazza ferma, mi cade del latte sul sotto tazza e la poso... provo a rialzarla ma ricade... la terza volta faccio un sorso...mentre alle mie spalle un infame.. ehm simpaticissimo Francesco sta morendo dalle risate ed io non riesco neanche a parlare finchè al Bar vedendomi impossibilitato a usare le mani mi chiedono se volessi una "Cannuccia" ed è li che il "simpaticone" inizia a piangere e se ne esce con frasi del tipo :"L'uomo di montagna" "colui che va sulle nevi"... avessi avuto un po di forza in più non so che vendette avrei provocato ma non era il caso...mi sarei spezzato anche il muscolo della parola!! Dopo circa 15 minuti riesco a sollevare la tazza , la mano trema meno e bevo il cappuccino...prendo il portafoglio e non riesco ad inserire il resto al suo interno ancora per il tremore (sempre tra le risate di....). Usciamo e ci sediamo su una panchina dove ci viene la brillante idea di chiamare a ........Miky con la quale sempre il "simpatico pilota" inizia a sbeffeggiare il loro Presidente ed io me la faccio passare dicendo : "MM M I I CHE'.. A VVVUUOOO F FF A ANCORA A MOOODDDERRATRICCE" (parole tremolanti) e ovviamente altre minacce che non sto qui a raccontare per il decoro di questo forum... il tempo passa, sto per prendere un po di colorito mentre Francesco mi umilia con fotografie, inserisco il casco facendo le solite peripezie per far entrare l'orecchio destro e poi si parte... ma mentre il calore sta per arrivare lentamente... INIZIA A PIOVERE. Dapprima leggerissima, poi sempre più forte... a Bagnoli il diluvio che ci accompagna fino alle Croci di Acerno dove ormai l'acqua è entrata ovunque, le mutande sono zuppe, i pantaloni ora congelano meglio perchè aiutati dall' H2O (molecola odiosa in questi casi)...e il freddo poi stimola anche la voglia di andare al bagno.
Fortunatamente ad Acerno spunta il sereno e fino a Montecorvino sono uno straccio su uno stendino sul balcone in una sera di grecale che oltre ad asciugarsi congela e resta fermo e "n'tizznut" fino al paese... pensare che non ho tolto neanche gli occhiali da sole quando alle 19 era tutto scuro...ma orami non ero più in me. Scendo dalla moto e sto quasi per cadere a terra...sono un fantasma e l'unica parte bagnata rimane quella più nascosta Stato comatoso...
Doccia calda di mezz'ora...

Resoconto di ciò che doveva essere una piacevole gita in moto e che si è trasformata in un calvario al Monte...

Ma tutto sommato non ci lamentiamo e quando il calore ritorna la prima cosa che viene in mente è : Cacchio! Però lo rifarei!!

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