martedì 3 giugno 2008

Escursione alla Scorzella

Lunedi 1 Giugno 2008 sarà ricordata come la "consacrazione escursionistica" delle Associazioni Girogustandocampania e Saxetum, una giornata indimenticabile, un sentiero fuori dal comune, un posto incantevole e incontaminato lontano da tutti e da tutto, un'emozione cominciata la mattina presto ma che tutt'ora sento guardando le foto e i video realizzati. Alle 8.15 la spedizione si riunisce al Varo della Spina prima di Montella, posa le auto e dopo essersi salutata e organizzata prende per il bosco verso la Scorzella, tutto sotto la guida esperta di Silvestro.
Si inizia subito con un piccolo ponte esposto, molto breve che ci introduce nella fitta vegetazione e immediatamente il fragore dell'acqua si sente sempre più vicino finchè dopo pochi passi si incontra la prima cascata sotto un ponte dell'epoca fascista. La mulattiera si apriva a baratro sul corso del fiume e la cascata si tuffava con la sua "potenza" facendo un salto di circa cinque metri lasciandoci tutti stupiti e affascinati da vedere qualcosa che da fuori non è nemmeno immaginabile. Proseguiamo costeggiando la cascata e risalendo la montagna tra splendidi faggi e cerri e ogni tanto lo sguardo si posava su particolari pungitopo e sui tassi baccati (pianta velenosissima). Passati per "Iumicieddo" (fiumicello), un guado ieri secco e continuando ancora per alcuni minuti incontriamo una deviazione d'obbligo che ci condurrà allo spettacolo delle "botti della tufara". Riscendiamo quindi verso il fiume e alcuni (purtroppo non tutti,anche io non ho guadato) togliendosi scarpe e calzini guadano per raggiungere questo spettacolo della natura. Silvestro è il primo a passare, seguono Claudio e Adriano che non esita a "farsi un'immersione semi completa nel fiume" scivolando su del muschio ed infine Eduardo che entra in acqua senza togliere neanche le scarpe. Io, Walter e Andrea purtroppo restiamo dall'altra sponda a fotografare perdendoci lo spettacolo delle "botti" le quali le osservammo più sopra dall'alto. Una serie di cascate che si tuffano nelle cosiddette "botti" ossia conche formate dall'acqua durante gli anni che consumando la roccia ha creato delle vasche spettacolari. Altro passaggio "proibito" per la portata ancora alta l' "Urio di Cupido" che non tarderemo a visitare nella prossima escursione.
La camminata verso la Scorzella non è molto lunga ancora, il sentiero ci accompagna ancora per un'altra mezz'ora effettuando altri due piccolissimi guadi e giungendo nell'ultimo tratto da superare prima di formare il campo base. L'ultimo passaggio è ancora un guado ma un piccolo "ponte" di tronchi e rocce ci agevola la traversata e dopo alcune piccole peripezie di qualche membro della spedizione, riusciamo a giungere finalmente alla Scorzella. Una sorta di penisola tra due rami del fiume detti "troncone" e "tronconciello".
Posiamo le attrezzature, io e Walter ci rechiamo al salto dell'acqua per vedere altre cascatelle che arrivano da molto più in alto e che seguendone il corso portano fin sul Piano di Verteglia alle pendici del Terminio, ma dopo tanti scatti ci prendiamo il meritato riposo e insieme agli altri sediamo su delle rocce. La scorzella è un luogo incantevole situato tra quattro faggi forse secolari che ne delimitano il territorio e dallo spettacolo dei rami del fiume che con il loro scorrere rendono l'atmosfera davvero suggestiva ed emozionante.
Mentre osserviamo e riposiamo Silvestro, Andrea e Claudio preparano l'accampamento mentre Adriano si avventura per i boschi alla ricerca di sentieri nuovi da esplorare. Vedere i nostri amici all'opera è stato un saggio di come comportarsi in montagna e sopratutto di come ci si viene attrezzati e preparati... una base per il fuoco con pietre per delimitare la combustione, la ricerca di rami adatti e di foglie precise, la preparazione della brace, la cottura della carne e sopratutto lo spettacolo della "grappa al melone". Silvestro infatti, taglia un melone alla sommità, facendo una sorta di cappuccio a forma di stella, toglie il cappuccio e svuota il frutto per bene, dopodichè riempie il melone di grappa e lo richiude col "cappuccio" fissandolo con stuzzicadenti (di solito scoglie la cera di una candela per sigillarlo), il tutto per portarlo in un ramo del fimue, riaperto dopo aver tolto foglie e rami che ostruivano, per posare il tutto nell'acqua e farlo raffreddare (dicesi frigorifero). Davvero una tecnica simpatica e ingegnosa che mi è rimasta molto impressa.
Dopo aver arrostito per bene la carne e brindato al sapore di "Luigino" (cosi si chiamava il vitello prima del macello) e dopo aver mangiato una bella "panella" con la soppressata di Montella, riponiamo le attrezzature negli zaini, spegniamo il fuoco e ripartiamo verso il Varo della Spina. Il ritorno è stata un'altra esperienza unica con me e Claudio impegnati in una vera e prorpia corsa in montagna fino alla fontana finale, lasciando tutti indietro e aspettandoli per oltre venti minuti all'uscita del bosco. Una giornata davvero memorabile, un ringraziamento agli amici di Montella che sono stati gentilissimi e ospitali e una citazione di merito a "Bussola" il cane di Silvestro che poverina ci ha seguito stancandosi molto durante la "folle corsa" del ritorno.

Nessun commento: